
ROYAL MONACO WEB MAGAZINE
AVRIL BLOG RANK 75
LAVORO: CUOCHI, FABBRI,
FALEGNAMI, INFERMIERI,
PSICOLOGO CANINO.
100MILA GLI INTROVABILI.
RAPPORTO UNIONCAMERE,
IMPRESE A CACCIA,
25 I MESTIERI PIÙ AMBITI
di Paola Barbetti-ANSA
Roma, 5 maggio 2012. Saldatori, cuochi, infermieri, esperti di marketing, falegnami, ingegneri, commercialisti, fabbri. Sono alcuni dei mestieri introvabili, di cui le aziende vanno a caccia, e che però faticano non poco a reperire sul mercato, nonostante la penuria di posti e l'esercito di disoccupati sempre più numeroso. L'annuale classifica del 2011 è stata redatta dal rapporto Excelsior di Unioncamere-Ministero del Lavoro. Si tratta di quasi 100mila posti di lavoro: 31.790 nelle grandi imprese e ben 61.720 nelle Pmi. Dal rapporto si evince una domanda delle imprese che fatica sempre più a essere soddisfatta, mentre nel 2012 Unioncamere indica in 130mila i posti di lavoro che andranno persi, a causa della recessione. Imprese grandi e piccole sono alla caccia di almeno 25 categorie professionali. Tra queste, le Pmi (fino a 100 dipenxdenti) hanno bisogno di 1.530 operai addetti ai macchinari, 960 alle macchine movimento terra, 810 operai tessili e dell'abbigliamento, 3.330 riparatori di impianti, 1.820 fabbri, 7.460 operai edili specializzati, 2460 saldatori e carpentieri, 1.840 tecnici ingegneri, 1.100 chimici e fisici, 880 tecnici matematici, 820 falegnami, 500 ingegneri. Le grandi imprese (oltre 100 dipendenti) cercano soprattutto 1.380 ingegneri, 1.840 manager gestionali, 1.640 esperti di marketing, 1.920 tra matematici e fisici, 1.140 commercialisti e specialisti bancari, 1.740 infermieri e paramedici, 1.640 cuochi e addetti alla ristorazione, 880 autisti, 1.310 montatori e riparatori impianti ma anche 520 saldatori, 330 operai specializzati. Le professionalità che si fatica di più a trovare coprono una fetta del 20,6% del totale delle assunzioni programmate dalla grandi aziende; poco meno per le Pmi (19,9%). Sbagliato però pensare che la laurea non serve o serve a poco per trovare lavoro. In entrambe le tipologia di imprese, il rapporto Unioncamere evidenzia che «disporre di un livello di istruzione universitario permette di accedere non solo a professioni maggiormente qualificate ma anche a retribuzioni più elevate». Nelle piccole imprese chi ha una laurea viene assunto a un livello retributivo maggiore del 16% rispetto a un diplomato e del 18% rispetto a livelli di formazione inferiore. Nelle grandi imprese il gap è ancora più ampio: il laureato fa ingresso con una busta paga più pesante del 25% rispetto a un diplomato e del 37% rispetto a chi ha un titolo scolastico inferiore. (ANSA).
Psicologo canino
Quando i nostri tanto amati amici a quattro zampe stanno male non sempre è a causa di un problema fisico, ma spesso può essere anche per un disagio psicologico.
PROFESSIONI: ECCO COME CAMBIANO.
Le leggi 148/2011, 183/2011, 214/2011
e 27/2012: in 8 mesi, dall’agosto 2011
al marzo 2012, la rivoluzione delle
professioni intellettuali organizzate
con gli Ordini e i Collegi ha richiesto 14
mosse, che sono altrettanti
passaggi cruciali della storica svolta.
Ordini e Collegi indeboliti dalla
perdita della deontologia che passa
ai “Consigli di disciplina”.
Società tra professionisti (Stp) con
soci esterni titolari del 33% del capitale.
Negli Albi iscritto soltanto chi, laureato
(come vuole la Ue), abbia superato
l’esame di Stato. Praticantato possibile
per i primi sei mesi (sui 18) nelle
Università e, dopo la laurea, anche nelle Pa.
Entro il 12 agosto 2012 i 28 Ordini e Collegi avranno una nuova legge sotto forma di Dpr: altrimenti decadranno le parti delle vecchie leggi in contrasto con il dl 138/2011. Gli Ordini e i
Collegi si occuperanno in sintesi delle iscrizioni all’Albo e al Registro dei praticanti, della formazione, della pubblicità informativa degli iscritti e dell’esame di Stato. “L’accesso alle
professioni è libero e il suo esercizio è fondato e ordinato sull’autonomia e sull’indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica del professionista”.
di Franco Abruzzo
consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e dell’Associazione lombarda dei Giornalisti.
IL TESTO IN ALLEGATO