CANNES (FRANCIA). “Non vogliamo una nuova recessione alle spese dei lavoratori e dei poveri” ha detto a Cannes Zwelinzima Vavi, segretario generale di
Cosatu, la più grande confederazione sindacale del Sudafrica. Stava parlando con Nicolas Sarkozy, il presidente francese che ospita il vertice del G20. I temi in agenda vanno
dalle difficoltà dell’economia mondiale al bisogno di nuove regole per la finanza fino alla crisi dei debiti pubblici in Europa.
Secondo il sudafricano Jacob Zuma, unico capo di Stato dell’area sub-sahariana presente al G20, al rischio di una crisi prolungata si deve rispondere con riforme profonde in
grado di ridurre gli squilibri tra Nord e Sud del mondo. “I nostri sforzi – ha sottolineato Zuma – devono essere rivolti alla ricerca di modalità innovative per
creare lavoro, soprattutto per dare speranza e opportunità ai giovani disoccupati”. La richiesta di politiche di sviluppo che, allo stesso tempo, regolino il settore
finanziario e creino opportunità per le aree povere del pianeta è stata ribadita in questi giorni da organizzazioni non governative di tutti e 20 i paesi rappresentati a Cannes. “Il vertice
arriva in un momento cruciale per la crescita mondiale e la stabilizzazione dei mercati finanziari – hanno sottolineato i responsabili dell’ong francese One – ma non sarà possibile
raggiungere nessun obiettivo se l’Africa non sarà riconosciuta come parte della soluzione”.
A Cannes si discute anche della cosiddetta Tobin Tax, una tassa sulle transazioni finanziarie che se introdotta in un numero significativo di paesi consentirebbe la raccolta di
risorse utilizzabili per ridurre gli squilibri globali. L’applicazione di un’imposta del genere, ipotizzata dalla presidenza francese del G20, si è finora scontrata con l’intransigenza di Stati
Uniti, Inghilterra e altri pesi massimi della politica mondiale. “I ricavi di una tassa sulle transazioni finanziarie – ha sottolineato Focsiv, la Federazione italiana
del volontariato cattolico – potrebbe generare risorse da destinare ai beni pubblici globali, ad esempio alla lotta contro la povertà e al cambiamento climatico”.
L’ipotesi di una tassa sulle transazioni finanziarie è giudicata con favore anche in un documento pubblicato di recente dal Pontificio consiglio per la giustizia e la pace. Nel testo vaticano
la critica al neo-liberismo si accompagna alla richiesta di regole che disciplinino i mercati, identificati come elemento negativo se privi di un’adeguata cornice legale e morale.
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